A Pontremoli si terrà un importante incontro per il futuro di Slow Food, l’associazione fondata da Carlin Petrini nel 1986.
Un forum che avrà luogo nel castello del Piagnaro sabato 6 luglio a partire dalle 9, 30, che potrebbe rappresentare un importante punto di ripartenza per l’associazione che ha i suoi punti cardine nel promuovere il diritto al piacere, difendere la centralità del cibo e il suo giusto valore, come giustamente ricordato da Alessio Bocconi, presidente di Slow Food, Lunigiana – Apuana, al momento della presentazione dell’iniziativa.
Un appuntamento che vedrà la partecipazione di moltissime persone da ogni parte d’Italia ( “Ci sono arrivate richieste di partecipazione dalla Sicilia, dalla Lombardia, davvero da ogni luogo del Paese”) tra cui alcuni dei più importanti rappresentanti della condotta alimentare, come Francesca Baldereschi, responsabile nazionale Slow Food delle comunità e dei presidi, Gianrico Fabbri responsabile Toscana, e soprattutto Paolo Di Croce, segretario generale di Slow Food International.
Ma perché questo è un appuntamento così importante? Perché nel 2017, durante il convegno internazionale che si è tenuto in Cina, a Chengdu, Slow Food ha deciso di cambiare pelle «perché da un lato era diventata ormai troppo grossa e d’altro era rimasta ancora troppo piccola» come sottolinea Marco Cavellini responsabile territoriale delle Comunità Slow Food della Toscana.
In pratica il movimento, partito come un’associazione di nicchia, si era ormai diffuso in ogni parte del mondo. Ma, nonostante questo, non aveva ancora la forza necessaria per contrastare «le multinazionali, chi detiene il potere sul cibo, sull’agricoltura, su acqua, terra, semi». Per questo Slow Food ha quindi deciso di iniziare un nuovo percorso seguendo il modello organizzativo della Comunità.
E che cos’è una Comunità Slow Food? È un’associazione di persone che si ritrovano nella condivisione di uno o più progetti a livello locale e sulla contaminazione con altre realtà, perseguendo l’obbiettivo della tutela della biodiversità ed educazione alimentare e del gusto.
Un modo per essere più incisivi a livello internazionale. E a Pontremoli ci sarà un incontro in cui si parlerà proprio del percorso, ancora in piena fase evolutiva, delle Comunità Slow Food, che proprio nella giornata all’ombra del castello potrà vedere siglato degli importanti punti fermi sul futuro dell’associazione.
Un movimento che, oltre alla difesa della biodiversità e del mangiare “bene”, sta valorizzando anche progetti dall’importante valenza sociale come quello di 10. 000 orti in Africa che permetterebbe non solo di garantire alle comunità cibo fresco e sano (si calcola che ogni orto possa avere una ricaduta di 10 persone impegnate lavorativamente e 1. 000 persone sfamate), ma rendere anche le persone consapevoli del valore della propria terra e della propria cultura».
Non mancherà in questo fine settimana il momento più ludico e godereccio, che del resto è nelle corde di Slow Food, nato proprio per la difesa delle eccellenze enogastronomiche.