Boom di visitatori al “nuovo” museo delle Statue Stele di Pontremoli

Un allestimento multimediale ed esteticamente minimale ed elegante, con una luce radente che enfatizza il fascino del “popolo di pietra”. Il nuovo museo delle Statue Stele, inaugurato lo scorso 27 giugno, si presenta davvero ricco di attrative con il Castello del Piagnaro che diventa così un luogo di accoglienza per l’arte e per la storia del territorio.
E questo fascino è stato premiato con numeri straordinari: infatti dal giorno della sua riapertura fino al 6 settembre sono state 5.135 le presenze di turisti che hanno ammirato questi reperti che affondano nelle radici della storia del nostro territorio. Turisti di ogni “razza e foggia” con tante presenze di stranieri (e determinante si è rivelato in questo senso il traino da parte dell’Expo) ma anche tanti italiani. Un risultato straordinario soprattutto ad agosto, infatti nel mese di Medievalis sono state ben 3.210 le presenze, doppiando il risultato del mese precedente che pure aveva fatto registrare una cifra decisamente positiva di 1.404 visitatori.
Numeri eccezionali tenendo conto che il record annuale per il Museo delle Statue Stele veleggia attorno alle 12-13 mila presenze e in poco più di due mesi (sia pure quelli centrali della stagione turistica) si è raggiunta quasi la metà di questo dato. «Un risultato importante – evidenzia Francesco Bola, guida del Museo – che in parte ci attendevamo perché con la chiusura per due mesi (maggio e giugno), per la messa a punto degli ultimi ritocchi del nuovo allestimento, attendavamo un effetto di “ritorno” significativo. Certo questi dati sono davvero considerevoli e ci fanno ben sperare anche per il proseguimento dell’anno». Tutto merito di questo nuovo allestimento che accoglie i visitatori con la “Casola”, una stele tra le più famose, per poi andare avanti nel percorso che distribuisce ben quaranta pezzi, tra cui il gruppo di Groppoli, ritrovato in successione nei primi anni del 2000 ed esposto per la prima volta in un museo. Le sale espositive sono disposte su due piani. Un lungo corridoio al piano terreno, completamente recuperato e caratterizzato da un’ampia manica medievale rimasta intatta nei secoli, in cui sono state disposte la maggior parte delle stele del gruppo A e B, quelle più antiche. Al primo piano (nell’area del “vecchio” museo), invece, sono ospitate le stele più “recenti” (gruppo C), oltre al materiale multimediale, ai video e a sale di approfondimento. In una di queste spicca un’ampia cartina della Lunigiana con l’indicazione dei ritrovamenti e l’elencazione delle Stele, dovuta alla perizia di disegnatore dell’architetto Roberto Ghelfi. Per quanto riguarda la struttura museale, oltre al nuovo allestimento espositivo, si è anche intervenuti nell’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali tramite il progetto transfrontaliero “Accessit”.
Un intervento che ha chiesto un investimento di circa 500 mila euro. Due ascensori interni, infatti, collegheranno i diversi piani del museo, mentre un percorso multimediale e sensoriale renderà la visita fruibile per tutti. Un cammino di “accessibilità”, in cui è inevitabilmente coinvolto anche l’ascensore esterno che collegherà Porta Parma con il castello e che diventa componente essenziale per la completa fruibilità del nuovo Museo. Il progetto, elaborato dall’architetto Nicola Gallo, prevede lo scavo di una galleria con ingresso sulla sinistra del tabernacolo dedicato alla Madonna (lato ovest del largo) e sviluppo di una sessantina di metri all’interno della collina. Al termine della galleria sarà installato l’ascensore che, in una ventina di secondi, permetterà a gruppi di sei persone di superare il dislivello di circa 40 metri presente tra il punto di partenza e quello di arrivo, al piazzale già esistente ai piedi del torrione nord. L’opera dovrebbe essere (secondo progetto) conclusa nel marzo 2016 anche se alcune difficoltà iniziali (si è trovato ad inizio escavazione un tratto molto duro di pietra che ha reso difficile i lavori) fa credere che probabilmente bisognerà attendere qualche mese di più del previsto per il taglio del nastro.

 

Riccardo Sordi – Il Tirreno – 9 settembre 2015