Sta per entrare nel periodo cruciale la sfida che ogni anno vede opposti i fuochisti di San Nicolò e San Geminiano nella gara per il miglior falò in onore di Sant’Antonio Abate. E a confermare che tutto è ormai pronto ci pensa oggi il falò di Sant’Ilario che, come nella vecchia tradizione, inaugurerà la sfida. Appuntamento quindi nel piazzale del piccolo oratorio sottostante al Castello del Piagnaro. Per Pontremoli inizia così l’attesa per la “Disfida dei falò” e le “tossine” accumulate con le abbuffate natalizie, saranno consumate nel clima di competizione. Gran fermento, quindi, per la celebrazione del rito dei falò attesi, per tradizione, per la seconda metà di gennaio. Primo appuntamento mercoledì, quando alle 19, sul greto del fiume Magra, appena a sud del Ponte Pompeo Spagnoli, zona Porta Parma, si riuniranno i sostenitori delle due fazioni, assieme a tanti altri spettatori “neutrali” (se di neutrali ne possono esistere quando si parla di falò) per il primo atto della sfida con il falò di San Nicolò. Il peso della pressione della gara è, quindi, per il momento tutto sulle spalle dei fuochisti del “Vaticano” che guardano con trepidazione le previsioni meteo perché sanno che si devono ora confrontare con i due nemici più insidiosi per la realizzazione di un falò “a cinque stelle”, la pioggia e il vento. Un falò che, più che mai, dovrà essere di buon livello perché la disfida dei falò è oramai divenuta una saga tanto coinvolgente che è riuscita ad avere visitatori anche da fuori città dimostrando che questo straordinario spettacolo riesce a coinvolgere anche chi non è nato e non abita a Pontremoli. Come sempre, prima di dare spazio alle pire, è doveroso tributare il giusto onore alla bravura, all’abnegazione e ai meriti dei fuochisti (ovviamente di entrambe le fazioni!). Una fatica che si consuma tutta l’anno alla caccia dei preziosi “bocchi” da ardere e che costituisce l’orgoglio dei fuochisti che per mantenere viva questa tradizione sono disposti a sacrifici che diventano quasi gioiosi quando permettono alla propria fazione di primeggiare. Quest’anno pare che la tensione degli anni passati sia per fortuna scemata e ci si augura che il massimo della “cattiveria” siano gli immancabili (sono anche il sale della sfida) sfottò che le tifoserie si scambiano sui ponti in attesa dell’accensione della pira. E per cercare di evitare rischi per la sicurezza si è trovato un accordo per non fare falò di dimensioni eccessivi “limitando” l’altezza massima a 11 metri per 7-8 metri di diametro. E prima del rito dell’accensione, è atteso l’ormai abituale stand gestito da alcuni “supporter” di San Nicolò che offrirà ad amici, visitatori ed “avversari” alcune specialità enogastronomiche. Poi il 31 gennaio starà ai componenti di San Geminiano replicare con il falò in onore del patrono sulle sponde del torrente Verde nei pressi del ponte della Cresa.