Quella bellezza dimenticata

C’è un catalogo della bellezza che abbiamo dimenticato. Cento luoghi in Italia che sono cento tesori, ma lontano dai percorsi quotidiani del turismo, quello che cerca le icone (da fotografare, per farsi un selfie, per dire di esserci stati, per fare il safari dell’arte o della natura). Noi a Firenze in particolare e in Toscana in generale sappiamo bene di cosa si sta parlando.

Firenze è assediata da milioni di turisti che vogliono vedere (fotografare, fotografarsi accanto, di fronte a) cinque cose: il David di Michelangelo (anche una copia va bene), la Venere di Botticelli, ponte Vecchio, la Cupola del Duomo l’Annunciazione di Leonardo. Punto.

Il resto non conta, non importa: sarebbe lungo l’elenco delle meraviglie che ci sono a Firenze, e che forse cominciamo a dimenticare anche noi che a Firenze ci viviamo. Ma soprattutto sarebbe inutile.

Il libro che sto leggendo, pubblicato da Cinquesensi, si intitola Vale un Viaggio e lo ha scritto Beba Marsano. Sfogliandolo viene voglia di viaggiare davvero. perché i luoghi e i capolavori che l’autrice ha scelto sono meravigliosi.

In Toscana sono nove: lo sfarzo di Palazzo Borghese a Firenze,  i misteri della Visitazione di Pontormo a Carmignano, l’intimità di Casa Puccini a Lucca, la collezione di opere d’arte dedicate al vino al Borro di Ferragamo, i segreti delle statue stele lunigianesi conservate nel castello di Pontremoli, la piazza  piena di acqua termale e di memorie di bagno Vignoni, la libreria Piccolomini a Siena, la meraviglia dell’Ultima cena del Ghirlandaio nell’abbazia di Passignano, i volti degli etruschi nel museo di Volterra.

Poi c’è l’Italia. E viene da piangere a vedere quanta meraviglie (naturali e di arte) non sono più nei nostri desideri e nei nostri orizzonti.

 

Eugenio Tassini