Storia e misteri delle Statue stele nella nuova guida del museo

“Un ulteriore momento ‘storico’ nel percorso di crescita di questo museo”. Così il sindaco, Lucia Baracchini, ha evidenziato l’importanza della presentazione della guida del Museo delle Statue Stele che si è tenuto ieri pomeriggio nello storico Castello del Piagnaro.
Un appuntamento che, nonostante l’impegnativa salita e una pioggia fredda e fastidiosa più degna di inizio inverno che non da primavera inoltrata, ha visto la partecipazione di autorità locali, regionali, storici, studiosi e semplici cittadini che hanno voluto partecipare a questo incontro. Un Museo rinato e rimesso a nuovo e che è stato inaugurato lo scorso giugno ottenendo in questo quasi anno di riapertura numeri record per quanto riguarda le visite.
Merito di un allestimento di fascino, multimediale ed esteticamente minimale ed elegante, con una luce radente che enfatizza il carisma e allo stesso tempo il mistero che ancora avvolge questo “popolo di pietra”. E il nuovo Museo delle Statue Stele diventa così, ancora di più, un luogo di accoglienza per l’arte e per la storia del territorio. Inevitabilmente in questo percorso di crescita e di valorizzazione del Museo anche la guida deve aggiornarsi (la precedente edizione è del 1999) e rispondere alle nuove istanze turistiche ma anche semplicemente essere fedele alla nuova disposizione del Museo, che è rivoluzionato rispetto all’antico percorso. Ora ad accogliere i visitatori è la Statue Stele detta “Casola”, una tra le più famose, per poi andare avanti nel percorso che distribuisce ben quaranta pezzi, tra cui il gruppo di Groppoli, ritrovato in successione nei primi anni del 2000 ed esposto per la prima volta in un museo. Le sale espositive sono disposte su due piani. Un lungo corridoio al piano terreno, completamente recuperato e caratterizzato da un’ampia manica medievale rimasta intatta nei secoli, in cui sono state disposte la maggior parte delle stele del gruppo A e B, quelle più antiche. Al primo piano (nell’area del “vecchio” museo), invece, sono ospitate le stele più “recenti” (gruppo C), oltre al materiale multimediale, ai video e a sale di approfondimento.
A rimanere incantata di questo percorso che avvolge il visitatore nel fascino dei millenni passati è stata l’ospite d’onore di questa presentazione, ovvero Monica Barni – vicepresidente e assessore alla Cultura della Regione Toscana. «Visitando questo Museo si capisce davvero cosa significhi l’orgoglio di una storia che lega un’intera comunità. Questo nuovo museo rappresenta un modello di collaborazione tra vari enti pubblici (Comune, Provincia, Regione, Sovrintendenza) ma anche di preziosa sinergia con gli istituti privati (Fondazione Cassa di risparmio di Carrara). Un modello di valore che permette di mettere in luce queste ricchezze racchiuse in questo scrigno di pietra».
In precedenza avevano illustrato al pubblico le linee principali della nuova guida i tre autori: Angelo Ghiretti, direttore del Museo delle Statue Stele Lunigianesi, Emanuela Paribeni e Paola Perazzi funzionarie della Soprintendenza Archeologia della Toscana. La Paribeni aveva evidenziato come questa nuova guida cerchi in qualche modo di accompagnare, passo passo, il visitatore all’interno del Museo «ci sono anche alcune parti discorsive ed aneddoti. Ma si è voluto in qualche modo cercare di essere a fianco del visitatore che per la prima volta entra nel Museo».
La Perazzi ha ricordato il lungo lavoro di crescita e di valorizzazione del Museo nel corso dei decenni mentre il direttore Ghiretti si è soffermato sulle numerose
figure di storici e studiosi locali (Augusto Cesare Ambrosi, Tiziano Mannoni e Manfredo Giuliani su tutti) che in tempo complessi per l’archeologia hanno creduto nel progetto di realizzare un Museo per raccogliere tutte le Statue Stele rinvenute nel territorio.

Il Tirreno – 20 maggio 2016