PIANO TERRA

Il Castello del Piagnaro è situato sulla collina che domina il centro storico di Pontremoli ed  è elemento integrante del sistema difensivo della città  assieme alle mura e alle torri che difendevano il borgo medievale. Sorto intorno all’anno mille con funzioni di difesa e di controllo stradale ha rappresentato l’ultimo baluardo della difesa dei cittadini di Pontremoli in svariate occasioni; il suo nome deriva dalle “piagne“, lastre in arenaria utilizzate tradizionalmente in Lunigiana per realizzare i tetti e ancora oggi visibili all’interno della struttura. Nel corso dei secoli venne più volte distrutto, ma per via della sua posizione strategica fu sempre ricostruito. Il complesso architettonico attuale è caratterizzato da un imponente mastio (inizi del XV secolo) che, collocato nella parte più alta del rilievo, domina l’intera fortificazione e mostra ancora traccia dell’antico ingresso sopraelevato con ponte levatoio. La restante parte del Castello è caratterizzata da strutture difensive sei-settecentesche, attrezzate per l’uso di artiglierie e armi da fuoco, con un’ampia corte circondata da possenti bastioni muniti di rampe di collegamento e garitte angolari. Sopra il portale d’ingresso è visibile uno stemma dei Medici mentre all’interno del castello sono rimasti intatti gli ampli saloni ed i cortili. A lungo utilizzato con funzione militare e come caserma, all’inizio del secolo scorso, fu adibito a scuola e successivamente ad abitazione privata.


Casola (n.38)

Statua stele maschile, integra. Rinvenuta nel 1964 nella scarpata soprastante la strada statale n.445 della Garfagnana in località Nibbiara, tra Casola Lunigiana e Vigneta (Casola in Lunigiana, MS). Appartiene al gruppo A e può pertanto risalire all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Presenta corpo rettangolare e testa semicircolare. Il volto, incavato, è a forma di “U” semicircolare. Gli occhi sono a pastiglia e posti ai lati della parte superiore del naso; la fascia clavicolare è leggermente arcuata, nella parte centrale, verso il basso; gli arti superiori sono leggermente piegati ai gomiti con angolature diverse. Un pugnale , reso abbassando la superficie perimetrale e posto sotto le braccia, presenta la lama triangolare convessa e il manico con pomo semicircolare.


San Cristoforo di Gordana (n.31)

Statua stele forse femminile e mutila di tutta la parte superiore. É stata trovata nel 1948 durante i lavori di trasformazione di un castagneto in coltura cerealicola in una breve zona pianeggiante detta “piano di San Cristoforo” (Pontremoli, MS). Nonostante lo stato frammentario, per la tipologia degli arti superiori è forse ascrivibile al gruppo B e quindi attribuibile all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.).


Sorano VII (n.73)

Recuperata nel corso di uno scavo condotto dalla Soprintendenza Archeologica nel 2003 in località Quartareccia, nelle vicinanze della Pieve di Sorano. Appartiene all’età del Rame ed era riutilizzata come lastra in una tomba a cassetta ligure-romana databile al II-I secolo a.C.


Moncigoli I (n.17)

Questa statua stele femminile è stata trovata agli inizi del secolo (1910 circa) nella Piana di Moncigoli (Fivizzano, MS) e poi a lungo conservata in una casa colonica. Ha i caratteri delle statue stele del gruppo A, con corpo rettangolare e testa semicircolare, e può risalire pertanto all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Il volto, in incavo, ha forma di “U”, con il naso e gli occhi a pastiglia in rilievo. Le spalle sono appena accennate, la fascia clavicolare, in rilievo, è leggermente incurvata al centro. Gli arti superiori sono leggermente piegati al gomito, i seni, emisferici, sono in rilievo.

Moncigoli II (n.18)

É stata rinvenuta intorno al 1910 nella Piana di Moncigoli (Fivizzano, MS). Si tratta di una statua stele femminile che appartiene al gruppo A , e presenta corpo rettangolare e testa semicircolare. É databile all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Il volto, incavato, è a forma di “U”, con naso rettangolare in rilievo. Le spalle sono appena accennate; la fascia clavicolare è in rilievo; gli arti superiori sono piegati leggermente ai gomiti; i seni sono in rilievo. La statua stele è spezzata in tutta la parte inferiore e in parte della testa.


Canossa I (n.44)

Statua stele di arenaria maschile, priva della testa. É stata trovata nella località “al Monte” (Mulazzo, MS), vicino al cimitero di Canossa, nel 1972. Appartiene al gruppo B e risale all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Presenta una forma rettangolare con fascia clavicolare in rilievo piuttosto stretta ed incurvata verso il basso, arti superiori leggermente piegati ai gomiti, mani rese con tratti paralleli. Sotto le mani è raffigurato un pugnale posto orizzontalmente con manico con pomo semilunato e lama inserita in un fodero rettangolare.

Aulla (n.63)

Testa di statua stele; è stata rinvenuta nel 1996 in località Calamazza, nei boschi poco a sud della città di Aulla (MS); si trovava per terra nei pressi di un casolare ridotto a rudere. Sopra l’architrave della porta, al centro, gli arpioni e l’impronta in malta indicano il punto preciso dove era alloggiata. Appartiene al gruppo B e può risalire pertanto all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). La testa ha un profilo ad arco ribassato con espansioni laterali, piuttosto deteriorato e poggia su un collo a sezione rettangolare con accenno dell’espansione della spalla sul lato destro. Il volto, appena visibile, è circolare e leggermente rilevato rispetto alla superficie.

Mocrone (n.52)

Questa testa di statua stele è stata probabilmente trovata in località Canova nel Piano di Mocrone (Villafranca in Lunigiana, MS) nel 1978, durante i lavori di trasformazione del castagneto in coltura cerealicola. Appartiene al gruppo B e può risalire pertanto all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Si tratta di una testa con collo e traccia dell’attacco della spalla. Il volto, a forma di “U”, è stato sconciato in parte al momento del rinvenimento.

Castagneta (n.45)

Si tratta di una testa di statua stele. Fu acquistata da un antiquario e proviene probabilmente da una località della valle del Taverone, Castagneta (Licciana Nardi, MS), sulla destra della strada che da Licciana porta a Comano, quasi al confine tra i due comuni. Appartiene al gruppo B ed è databile all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). La testa ha una forma semicircolare con espansioni laterali, collo troncoconico e volto incavato a forma di “U”. Sul lato inferiore presenta una lieve curva che indica forse il mento o una barba.

Sorano III (n.41)

Questa statua stele maschile, priva della testa, è venuta alla luce in due tempi nel 1966-67 durante i lavori di restauro dell’abside e del cimitero dell’antica Pieve di Sorano (Filattiera, MS). Appartiene al gruppo B (in quanto la parte superiore sembra indicare l’attaccatura del collo e una precisa lavorazione della spalla e si può datare all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). É formata da due pezzi. Sono indicati la fascia clavicolare, in rilievo e il braccio sinistro leggermente piegato al gomito e appena allargato in basso a segnare la mano scarsamente leggibile. Un pugnale, al di sotto delle braccia, è raffigurato in posizione orizzontale. É visibile solo la lama triangolare e parte del manico rettangolare. Si tratta probabilmente di un tipico esempio di rottura intenzionale avvenuta nel Medioevo che, come nel caso delle statue stele n. 22 (Sorano I) e n. 23 (Sorano II) trovate nella stessa chiesa, documenta l’attuazione pratica di certi concili episcopali che prescrivevano di spezzare gli idoli pagani e di costruirvi sopra le chiese cristiane.


Venelia III (n.62)

Si tratta di una testa di statua stele trovata nel 1995 nella località Pescara di Monti di Licciana (Licciana Nardi, MS) fra un mucchio di pietre, probabilmente scarti di opere edili o sbancamenti stradali. Appartiene al gruppo B e può risalire pertanto all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). La testa è semicircolare, ad arco ribassato con espansioni laterali, e il collo, in parte spezzato, è troncoconico. Il volto, a forma di “U”, è mutilo della parte superiore; ai lati sono visibili due coppelle. Sul collo è raffigurata una goliera composta da 7 elementi.

Venelia V (n.82)

Scoperta nel marzo 2012 da Angiolino Giumelli nell’estirpare una vigna a Monti di Licciana, località Castagnolo. Età del Rame (metà IV – III millennio a.C.)

Venelia II (n.59)

Statua stele di arenaria, maschile, acefala. É stata portata alla luce nel 1984 durante dei lavori agricoli a “San Martino basso”, in località “Monti” (Licciana Nardi, MS). Appartiene al gruppo B e può risalire pertanto all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Il corpo è rettangolare, con collo piuttosto grosso appena visibile, fascia clavicolare stretta ed in rilievo, arti superiori che formano una curva accentuata nella parte finale, mani rese con dei tratti paralleli. Sotto le mani, in posizione orizzontale, è stato raffigurato un pugnale ottenuto in leggero rilievo abbassando il piano di fondo. La lama è triangolare e il manico presenta il pomo semicircolare.

Falcinello (n.50)

Questa statua stele femminile, priva della testa e in parte spezzata sul lato sinistro, al momento del ritrovamento, nel 1975, si trovava murata come architrave di una finestra nella vecchia cerchia muraria di Falcinello (Sarzana, SP). Appartiene al gruppo B ed è databile all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Sono rappresentati gli arti superiori, la fascia clavicolare e le mani senza la presenza delle dita. I seni sono realizzati in maniera realistica. Al centro, tra le due mani, è presente una coppella che sembra essere di fattura recente.


Minucciano III (n.42)

Statua stele maschile spezzata in due parti all’altezza dei gomiti e priva della base e della parte inferiore sinistra. É stata trovata nel 1968, insieme ad altre due, presso il Santuario della Madonna del Soccorso di Minucciano (Minucciano, LU), durante i lavori realizzazione di un parcheggio. Al momento del rinvenimento si trovava già spezzata a metà all’altezza dei gomiti. Questa statua stele appartiene al gruppo B e grazie ai risultati dello scavo stratigrafico è stata datata all’età eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Il corpo è trapezoidale con collo troncoconico piuttosto largo e alto, e testa semicircolare. Il volto è delimitato da una fascia stretta, circolare, che scende nella parte superiore ad indicare il naso; gli occhi, appena visibili, sono rappresentati con due piccoli incavi ai lati superiori del naso; la fascia clavicolare è raffigurata con un duplice motivo interrotto al centro; gli arti superiori sono piegati leggermente ai gomiti. Sul petto, in posizione verticale, è raffigurata un’ascia con lungo manico e lama rettangolare mentre un pugnale, appena visibile nel manico per la frattura della pietra, è posto orizzontalmente sotto le braccia.

Minucciano II (n.40)

Statua stele di arenaria, maschile, spezzata in due parti al di sotto delle braccia. É stata trovata insieme ad altre due nel 1965 vicino al Santuario della Madonna del Soccorso a Minucciano (LU): la parte superiore durante i lavori per l’allargamento di una strada, la parte inferiore tra le pietre gettate nella discarica. Appartiene al gruppo B e può risalire pertanto all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Presenta il corpo trapezoidale, con collo rettangolare e testa semiellissoidale. Il volto, scarsamente leggibile, è a forma di “U” e circondato da una larga fascia in rilievo che segna anche il naso. La fascia clavicolare è in rilievo, gli arti superiori sono piegati ai gomiti. In posizione orizzontale sotto le braccia è raffigurato un pugnale con lama di forma ellittica e manico con pomo semicircolare. Sul petto, inoltre, si intravede il profilo di un’ascia con lungo manico.

Minucciano I (n.37)

Questa statua stele maschile, priva della testa, è venuta alla luce insieme ad altre due nel 1964 durante i lavori effettuati con un mezzo meccanico per aprire la strada di accesso al santuario della Madonna del Soccorso, presso Minucciano (Minucciano, LU), nell’alta valle dell’Aulella. Appartiene al gruppo B e può essere datata all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Il corpo di forma grosso modo trapezoidale presenta gli arti superiori appena piegati ai gomiti e le mani rese con tratti paralleli. Sul petto in posizione verticale è raffigurata un’ascia con lungo manico e lama rettangolare. Un pugnale, rappresentato sotto le mani in posizione orizzontale e in debole rilievo, presenta la lama triangolare, con costolatura mediana e rinforzo sul lato prossimale, e il manico con pomo semicircolare.

Betolleto (n.65)

Riconosciuta nel 1999 da Rino Barbieri reimpiegata in un muro dell’agriturismo del Sig. Pasquino Poletti a Perdétola. Proviene dal crinale divisorio dei bacini del Serchio e del Magra, non lontano dal valico del Santuario di Minucciano. Età del Rame (metà IV – fine III millennio a.C.).


Taponecco (n.49)

Questa statua stele maschile, integra, è stata trovata nel 1975 nella località “Cavallino” di Taponecco (Licciana, MS) durante i lavori di allargamento stradale. Appartiene al gruppo B e può risalire pertanto all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Presenta corpo trapezoidale con collo troncoconico e testa semicircolare. Il volto, incavato, è piuttosto lungo e stretto, a forma di “U”; il naso, in rilievo, è largo e lungo; la fascia clavicolare è in rilievo; gli arti superiori sono piegati e staccati ai gomiti; le mani sono rese con dei tratti paralleli. Un pugnale, raffigurato sotto le mani in posizione leggermente inclinata verso l’alto, presenta la lama triangolare larga, con costolatura mediana, e il manico con pomo semicircolare.


Treschietto (n.43)

Questa statua stele femminile, priva della testa, è venuta alla luce nel 1969 durante i lavori per la sistemazione del cimitero di Treschietto (Bagnone, MS). Appartiene al gruppo B e si data all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Presenta corpo grosso modo rettangolare e collo troncoconico molto alto e largo. La fascia clavicolare è piuttosto sottile ed in rilievo; gli arti superiori sono piegati leggermente ai gomiti; le mani sono ravvicinate e raffigurate con dei tratti paralleli, il pollice risulta leggermente ricurvo; i seni sono in aggetto e recano l’accenno dei capezzoli. Una goliera, ad anelli sovrapposti, occupa tutto il collo.


Filetto X (n.47)

Statua stele femminile, spezzata in tutta la parte superiore ed inferiore. É stata trovata nel 1957 nella località “Casa Madonna” di Filetto (Villafranca in Lunigiana, MS). Appartiene al gruppo B e può risalire pertanto all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Presenta forma quadrangolare con indicazione della fascia clavicolare in leggero rilievo, degli arti superiori leggermente piegati ai gomiti e dei seni, piccoli, ravvicinati ed in rilievo. Dalla fascia clavicolare scende una collana semicircolare in rilievo.

Filetto VIII (n.32)

Testa di statua stele di arenaria con parte del collo. Trovata attorno al 1950 durante i lavori di dissodamento della selva di Filetto (Villafranca in Lunigiana, MS). Appartiene al gruppo B e risale all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Ha una forma semiellittica, con volto leggermente spezzato nella parte inferiore e delimitato da un cerchio a nastro che, nella parte superiore, presenta un’appendice verticale che indica il naso. Gli occhi, in rilievo, sono a forma di pastiglia; due cerchietti in rilievo, posti ai lati del volto ad altezze leggermente diverse, rappresentano gli orecchi o gli orecchini.

Filetto XI (n.57)

Questa testa di statua stele al momento del riconoscimento, nel 1983, si trovava inserita nel muro di una casa a Filetto (Villafranca in Lunigiana, MS). Appartiene al gruppo B , in quanto presenta la testa ad arco con espansioni laterali e può risalire pertanto all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Presenta il volto, in incavo, a forma di “U” piuttosto allungata e il collo troncoconico alto e possente. Ai lati del volto vi sono quattro coppelle poste a coppie.


Malgrate III (n.34)

Statua stele di arenaria, femminile, priva della testa. Si trovava in una casa di Malgrate (Villafranca in Lunigiana, MS), dove era stata utilizzata come mensola. In seguito, fino al 1968, è stata conservata nella biblioteca di Villafranca. Appartiene al gruppo B e si data all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Sebbene il reimpiego l’abbia rovinata, sono ben visibili la fascia clavicolare in leggero rilievo, gli arti superiori, le mani rese con tratti paralleli, i seni piuttosto prominenti e in parte spezzati.

Malgrate V (n.36)

Statua stele di arenaria, maschile, priva della testa. Fu riconosciuta nel 1968 dopo che era stata usata come pietra nel pilastro di una fontana nell’abitato di Malgrate (Villafranca in Lunigiana, MS). Viene considerata di incerta classificazione e datazione. Presenta corpo grosso modo rettangolare con la probabile raffigurazione del braccio. Immediatamente sotto il braccio è presente un pugnale o spada nel fodero di forma rettangolare. La testa n.35, Malgrate IV potrebbe appartenere a questa statua stele.

Malgrate VI (n.58)

Statua stele femminile, spezzata in tutta la parte inferiore e lungo il lato sinistro. É stata rinvenuta nel 1981 durante lavori agricoli a Casa Agosti di Malgrate (Villafranca in Lunigiana, MS). Appartiene al gruppo B e può risalire pertanto all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). Risulta spezzata in tutta la parte inferiore e lungo il lato sinistro. Presenta corpo rettangolare, collo troncoconico e testa semicircolare. Il volto, appena visibile, è circondato da una stretta fascia in rilievo che indica anche il naso. La fascia clavicolare è stretta e in rilievo, l’unico seno rimasto si presenta in rilievo e di forma emisferica.

Malgrate IV (n.35)

Testa di statua stele di arenaria. Probabilmente è stata trovata, all’inizio del secolo, nelle vicinanze di Malgrate (Villafranca in Lunigiana, MS). Prima di essere destinata a fastigio di una fontana costruita nel 1907 nella località Canaletto di Malgrate, questa testa era stata posta in una cantina. Fu riconosciuta solo nel 1968. Appartiene al gruppo B e può risalire all’epoca eneolitica (fra il 3400/3300 e il 2300/2000 a.C.). La testa è ad espansioni laterali e il collo cilindrico piuttosto grosso. Il volto è appena visibile, in quanto vi è stata incisa sopra la data 1907. Tra lo zero ed il nove si intravede la forma del naso rettangolare. Sul collo una linea in rilievo forse raffigura un collare metallico.


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